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Incasellati

31 Gennaio 2023 249 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Il ministro delle riforme dovrebbe avere un suo progetto di riforma isttuzionale e costituzionale. Anche per giustificare l’esistenza del suo dicastero. Invece per ora è un ministero à la carte. Pirandelliano: così è se vi pare. Dite voi cosa avete in mente. Preferenze? Tutti i partiti sono stati o stanno per essere consultati. Perfino quelli non rappresentati in Parlamento. Così anche il Psi ha potuto dire la sua. E abbiamo scoperto che questo partito ha scelto il modello francese. Cioè il semipresidenzialismo, che si regge sulla presenza non solo di un presidente eletto dal popolo, ma dotato di poteri rafforzati come quello di nominare lui il presidente del Consiglio che diviene solo un suo delegato. Il Parlamento viene eletto con un sistema uninominale maggioritario a doppio turno. Se si opta per il sistema francese bisogna prendere tutto il pacco e non solo una sua parte se non si vuole combinare un disastro. In Italia non si è mai legata la riforma elettorale a un modello di Stato. Si è proceduto senza cambiare forma di governo, prima col Matarellum (tre quarti di uninominale maggioritario e un quarto di proporzionale con sbaramento al 4%), poi col Porcellum (proporzionale con premio di coalizione per la prima lista e sbarramento al 2% per le liste coalizzate, al 4% per quelle non coalizzate e recupero della prima sotto il 2% di ogni coalizione), al Rosatellum (due terzi di proporzionale e un terzo di maggioritario, voto unico e sbarramento al 3%). Le liste blocccate sono state una costante. Una vergogna. Prima di parlare di riforme sarebbe bene ridare la parola agli elettori. Si é anche tagliata la democrazia rappresentativa risparmiando la spesa per un caffè. Cosa si è prodotto? Maggiore governabilità? Un numero minore di partiti? Un Parlamento qualitativamente migliore? Nulla di tutto questo. Il ministro Casellati sappia che prima di riformare è necessario azzerare tali misfatti. E magari ritornare al metodo più volte indicato dai socialisti: quello dell’elezione di una Assemblea costituente. Con metodo proporzionale e con le preferenze, però.

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