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Meloni irritata come Blanco

14 Febbraio 2023 755 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Che un giovane cantante diventi capitan Fracassa a Sanremo e scassi a suon di calci fiori e vasi senza motivo (il copione prevedeva che strappasse solo i fiori, ma si sa “son ragazzi”) ci sta, ma che un premier, anzi una premier, butti tutto all’aria con dichiarazioni risentite un raccordo con Francia e Germania, per un incontro a tre svolto a Parigi assieme a Zelensky, dopo che quest’ultimo si era recato a Londra a ringraziare il governo britannico per il particolare aiuto recato alla resistenza ucraina, fa sorgere più di un dubbio. Lamenti proteste, dichiarazioni risentite. E secondo strappo con Macron. Il primo ricucito. E il secondo? E’ vero che l’Italia ha un governo che in parte ha mantenuto nel recente passato un rapporto cordiale e costruttivo con Putin? E’ vero che sull’invio di armi solo nel Parlamento italiano si sono manifestate tensioni e sofferti mal di pancia? E’ vero che solo in Italia, anziché svolgersi manifestazioni a sostegno di un paese aggredito e contro un paese aggressore, si sono promossi cortei con i colori della pace, come se si fosse dinnanzi a una guerra tra due paesi e non a una brutale invasione militare che ha massacrato decine di migliaia di civili? E’ vero o no che in un festival della canzone italiana in cui si é parlato di terremoto in Turchia, delle donne iraniane e della loro persecuzione, del razzismo, dei gay, della Costituzione più bella del mondo dinnanzi al presidente della Repubblica grazie al monologo di Benigni, solo la programmata presenza di Zelensky ha dato origine a osservazioni di inopportunità sopratutto da parte di autorevoli esponenti del governo italiano? E che Zelensky ha deciso di limitarsi a inviare una lettera che sarà letta dal buon Amadeus? Valeva la pena irritarsi così, signora presidente del Consiglio? E recitare la parte dell’esclusa che non é mai edificante né produttiva? Altre volte Francia e Germania si sono incontrare. Vogliamo ricordare l’incontro sulla Brexit del 9 aprile del 2019 o l’incontro per l’unità europea del novembre del 2021? Esclusivi protagonisti Macron e Merkel. Si accusò il colpo senza fiatare. Senza battere ciglio, che poi finisce sempre dentro i nostri occhi. Si poteva sposare la motivazione che circolava ieri tra Parigi e Bruxelles circa le nuovi armi offensive che i due paesi si erano impegnate a inviare a Kiev. E invece si é preferito cavalcare il tormentone del “non siamo stati invitati”, come se un vertice fosse un compleanno. Anche da quella sinistra o pseudo tale che le armi non le avrebbe inviate e che, se fosse stato per loro, al vertice non saremmo nemmeno stati invitati, ha trovato il modo di cavalcare la lagna degli esclusi. Con che faccia. La lamentologia pervade cosi governo e opposizione. E per ora, come da copione, si strappano solo fiori. Per i vasi, in testa, c’é tempo.

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