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Tra negazione della storia e retorica dell’antifascismo

6 Aprile 2023 170 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ha fatto scalpore la dichiarazionee della Meloni sull’eccidio delle Fosse Ardeatine compiuto dai nazisti (in realtà con la stretta collaborazione dei fascisti) alle fosse Ardeatine. Secondo la presidente del Consiglio la strage fu compiuta contro gli italiani e non contro gli antifascisti. Diamo una versione storica attendibile. Questa orribile e plurima esecuzione fu praticata come reazione all’attentato di via Rasella, del quale scriverò più avanti. E coinvolse per la maggioranza prigionieri politici certamente antifascisti, e per una parte iscritti al Pci, al Psi e al Partito d’azione, per una parte militari italiani, un prete, due quindicenni e ben 73 cittadini italiani di origine ebrea. Tra questi ultimi anche Aldo Finzi, ex sottosegretario agli Interni del governo Mussolini e sospettato di avere avuto un ruolo non secondario nel delitto Matteotti, poi distaccatosi dal regime e divenuto antifascista. La strage fu decisa personalmente da Hitler, informato dell’attentato di via Rasella, messa in pratica dal feldmaresciallo Kesselring, e attuata dal capo della Gestapo Kappler, che fu presente sul luogo della strage mentre i suoi soldati, con un colpo alla nuca, trucidavano i prescelti. Non c’é dubbio che i 335 martiri di via Rasella erano antifascisti e la Meloni avrebbe fatto bene a ricordarlo. Oggi ci mette del suo anche il presidente del Senato Ignazio Larussa, che sostiene in un’intervista a Libero che l’attentato di via Rasella colpì una banda musicale composta da pensionati. Sull’attentato di via Rasella molto é stato scritto. E’ vero che non fu una battaglia e nemmeno un attacco, ma un vero e proprio attentato con tanto di bomba collocata in un contenitore di rifiuti (la depose il 21enne Rosario Bentivegna) e che esplodendo uccise 33 militari (non musicisti) della Polizeiregiment Bozen che non facevano parte delle SS, anche se tutti i reparti di polizia facevano all’epoca diretto riferimento alla struttura di comando dell”esercoto nazista, nonché due civili, un quindicenne e un antifascista che si trovavano nel luogo dell’esplosione. Fu un atto di guerra forse discutibile perché non colpiva direttamente le SS e perché, lo si sapeva, avrebbe generato una sanguinosa rappresaglia. Gli autori dell’attentato furono i Gap, direttamente alle dipendenze del Partito comunista. Ma i soldati della Bozen non erano assolutamente una banda musicale di anziani pensionati e Larussa dovrebbe studiare meglio la storia. Forse egli intende cercare le giustificazioni che rendano meno netta la sua conversione democratica. Ho la sensazione che le radici si possano nascondere e anche ovattare. Non decisamente spezzare e forse é anche giusto così. Non ho mai personalmente apprezzato i voltagabbana di professione, gli opportunisti che vanno dove vola il vento. Conosco La Russa e il suo giudizio sul fascismo e su Mussolini. Il fatto, però, che la Costituzione italiana sia sorta come carta antifascista, si impone. A tutti. Se la coscienza di qualcuno, le sue profonde convinzioni, non gli permettono di coprire un ruolo istituzionale così rilevante se ne prende tutti atto. Si tratta della seconda carica dello stato. Consiglierei però l’opposizione a non innescare sulla questione del fascismo, che va affrontata in chiave storica e non come unico e sovrastante argomento politico, una campagna di convincimento popolare e di concentrarsi di più sui ritardi del Pnrr, sul nuovo codice degli appalti (criticabile sul punto dei subappalti liberi, ma che oggettivamente sveltisce le assegnazioni delle opere), sulla guerra in Ucraina. E meno sulla storia, e ancor meno, sulla retorica dell’antifascismo. L’Italia, se Dio vuole, é una nazione democratica e il fascismo lo abbiamo alle spalle. Decisamente e definitamente alle spalle.

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