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Utero (o cervello) in affitto?

12 Giugno 2023 213 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Se il governo volesse essere credibile nella sua lotta senza quartiere alla maternità surrogata (o utero in affitto come con una certa dose di crudo realismo essa viene definita) dovrebbe approvare immediatamente una legge per rendere possibili le adozioni per le coppie omosessuali, tuttora vietata anche nella semplice forma della stepchild adoption. Trattasi dell’adozione del figlio del compagno avuto precedentemente la relazione e rimasto orfano che é stata stralciata dalla legge sulle coppie di fatto, nonostante la battaglia dei parlamentari socialisti. Io vedo tutta la questione in questo contesto dal momento che le coppie sterili già dispongono di questo diritto e di affittare un utero non hanno assolutamente bisogno. Perché mai una coppia omosessuale dovrebbe far ricorso a una gestazione surrogata, cioè fatta da una donna esterna alla coppia, se potesse legittimamente costruire una famiglia completa di un figlio adottivo. Troverei illogico e financo antiquato, nella logica dello ius sanguinis, della retorica genetica, della simbologia della somiglianza, ribattere che si vuole un figlio fatto da almeno uno dei due. Un figlio non é un bambolotto e adottare significa agire nella direzione della solidarietà, e cioè fornire una famiglia, composta da due padri e due madri a chi non é ha neppure uno. Considererei una scelta contraria un atto di prepotente egoismo non solo per l’uso dell’utero altrui ma anche per il figlio non adottato e lasciato in un riformatorio, privo di genitori. E’ un atto d’amore e non costa nulla al contrario della maternità surrogata. Questo se, e come diceva la bella canzone, sottolineo se, le coppie omosessuali avessero il diritto che l’Italia nega loro al contrario di molti altri paesi democratici. E vengo alla proposta del reato universale, che ad oggi si applica solo per reati di terrorismo e di criminalità. Questa legge, oggi in commissione, ma che tra qualche giorno dovrebbe essere portata in aula, é puramente propagandistica. Intanto partiamo dal presupposto che in Italia la maternità surrogata é già un reato secondo l’articolo 12 comma 6, della legge 40 del 2004. La proposta del governo prevede che “le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto é commesso all’estero”. Cioè un fatto commesso all’estero dovrebbe essere punito con le pene previste dalla legge italiana. La proposta di legge non chiarisce se la punibilità sia limitata solo ai cittadini italiani. Essa va chiaramente contro ogni principio di territorialità e anche contro quello della doppia incriminazione (qualora anche la legge straniera preveda la punibilità). Inoltre, e questo l’aspetto più indecente, la legge inciderebbe negativamente sui diritti dei figli che verrebbero allontanati dai genitori d’intenzione invece di essere tutelati. Ed essere considerati, non figli del peccato come si diceva un tempo, ma figli del reato universale con rischi di allontanamento in stile Rapito di Bellocchio. La proposta di legge che pare tutelare l’utero di chi intende donarlo spontaneamente o per ricevere un conguaglio, e potremmo essere tutti d’accordo, non dice nulla sui figli, sui loro diritti ad essere considerati esattamente come tutti gli altri figli. A meno che il reato da universale si trasformi anche in ereditario. Una colpa che non si estingue anche se compiuta da altri, una culpa sanguinis. E saremmo veramente al medio evo. Consiglio da erede non di un reato, ma di un merito, e cioè di quello degli insegnamenti di un grande socialista come Loris Fortuna, di usare il cervello e di non affittarlo a nessuno. Per questo non ci sarebbe nemmeno bisogno di una legge

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