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Se non é Zuppi é pan bagnato

29 Giugno 2023 211 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Oggi é la volta di Kirill, il patriarca russo che ha definito giusta la guerra “contro chi sostiene i gay”. Il cardinal Zuppi lo incontra a Mosca e poi finirà la missione con una messa riservata alla comunità cattolica. Da quel che emerge attraverso comunicati ufficiali la missione non ha dato esito. Il portavoce del Cremlino Peskov ha annunciato che nessun accordo specifico è stato raggiunto e ha aggiunto che “non ci sono le condizioni per una pace negoziata”. Restiamo al punto. Per la Russia non c’é alcuna possibilità di raggiungere la pace attraverso una trattativa. E questo lo annuncia ufficialmente il Cremlino dopo un colloquio, non col presidente nemico Zelensky, o con un suo messaggero, ma con l’inviato speciale del papa che sulla guerra ha sempre mantenuto una posizione moderata. Dubito che l’incontro con la commissaria russa per i dritti dei bambini produrrà qualche effetto diverso sul rimpatrio dei fanciulli ucraini sottratti alle loro famiglie. Il dopo affaire Prigozhin é cominciato. La Duma ha deciso che la Wagner non combatterà più in Ucraina e questo non rafforza certo il dispositivo militare russo, mentre Prigozhin che tutti ritengono risieda a Minsk, di fatto non si sa bene dove sia e questo é certo meglio per lui. La notizia dell’arresto del generale Sergej Surovikin, già comandante in capo delle forze russe in Ucraina, pubblicato dal Financial Times, ma smentito dalla figlia, se confermato parrebbe in relazione col tentativo di Prigozhin. E allargherebbe la divisione oltre il contrasto con la Wagner. La Russia é obbligata ad alzare il tiro per non apparire indebolita e divisa e dopo il feroce bombardamento su Kramatorsk dove sono stati uccisi 11 civili tra i quali le due gemelle di 14 anni, rientrate per salutare le famiglie, Kiev teme un attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Papa Francesco, nei saluti del dopo Angelus, e forse anche a seguito delle notizie pervenutegli da Mosca, ha pregato per il popolo ucraino ammettendo che ogni giorno é nel suo cuore. Intanto Kara Murza, uno dei più illustri dissidenti russi, condannato a 25 anni di carcere dopo due tentativi di avvelenamento, a causa della sua opposizione alla guerra e al lavoro per promuovere sanzioni occidentali mirate contro i compari e gli oligarchi di Putin, assicura nell’intervista rilasciata al Corriere: “Il regime di Putin cadrà”. Questo non sarà l’obiettivo del cancelliere tedesco Scholz, come dichiara egli stesso, né della Nato. Ma é evidente che la fine del conflitto si avvicinerebbe o con la caduta del regime di Putin o con l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Di quest’ultima questione si parla oggi al vertice Ue a Bruxelles a cui partecipano il segretario Nato Stoltemberg e, da remoto, il leader ucraino Zelensky. Che una trattativa da posizioni di forza si possa aprire solo compiendo un atto che veniva prima concepito come una provocazione?

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