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Magistratura e governo

10 Luglio 2023 198 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Violante dice spesso cose di buon senso a proposito del rapporto tra politica e magistratura. Nell’intervista rilasciata oggi al Corriere l’ex presidente della Camera sostiene che non é compito della magistratura, ma del Parlamento, fare le leggi che la magistratura deve applicare, che non sono i magistrati a definire il quadro normativo della lotta alla mafia e alla corruzione e che, in buona sostanza, l’Anm, che non rappresenta tutto il popolo, come il Parlamento, ma solo una sua parte, i magistrati, può dire la sua ma non tentare di imporre la sua. La politica deve riappropriarsi del suo potere decisionale e non affidarlo, con una subalternità che a suo giudizio dura dalla fine degli anni ottanta, a un altro potere, o ordine che sia. Penso che la datazione non sia casuale. Non é il 1992, per Violante, ad aprire il capitolo della sovrapposizione del potere giudiziario su quello politico, ma il 1987, quando vennero lanciati e vinti i referendum socialisti e radicali tra i quali primeggiava quello sulla responsabilità civile dei giudici (non dei piemme) poi svuotato dalla legge Vassalli. Ho conosciuto personalmente Violante e sono convinto che la sua svolta, diciamo pure garantista (non mi piace usare un termine del quale oggi si fregiano tutti, alla pari di quello di riformista) sia autentica. C’é chi ritiene che essa sia il frutto di un complesso di colpa per avere assunto, nel biennio giudiziario, un ruolo determinante. Ma in politica contano i fatti e le opinioni e se quelle di Violante sono oggi in contrasto col suo passato non sono problemi nostri. Esiste, dunque, una magistratura, il libro di Palamara lo svela nei particolari che, distorcendo le sue funzioni costituzionali, assume nei confronti dei governi un atteggiamento politico. A Berlusconi, ad esempio, l’Anm aveva dichiarato guerra. Immagino che rispetto a Nordio e alla sue progettate riforme la magistratura intenda procedere con l’arma che ha a disposizione: bombe a mano fatte di Indagini, avvisi di garanzia, tentativi di imbastire processi. Dunque la magistratura inizia a comportarsi con un governo che annuncia la separazione delle carriere dei magistrati con un atteggiamento di aperta ostilità. Ma il governo, in fondo, a causa di un certo suo interno dilettantismo e di disinvolte dichiarazioni le sta rendendo la vita più facile. Era il caso che il turbolento Donzelli, giovane leone meloniano, rivelasse alla Camera le informazioni avute da Delmastro sul caso Cospito? Era il caso che la Santanché entrasse in paranoia per lo sgarbo istituzionale compiuto dalla Procura di Milano di passare la notizia di una indagine su di lei a un giornale senza avvertire l’interessata? E si lasciasse andare a uno sfogo emotivo non degno di un ministro della Repubblica? Era il caso che il presidente del Senato, a fronte del doloroso incidente in cui é coinvolto suo figlio, che ha il nome di una famosa tribù di pellerossa, se ne uscisse con una dichiarazione di prevenuta innocenza? E che il Facci, giornalista ex craxiano, assunto dalle televisioni meloniane, usasse quel linguaggio per definire un presunto stupro? Potrei continuare, spostando l’argomento su altri settori, quali le dichiarazioni del ministro Lollobrigida sulla tutela della presunta etnia italiana, o quelle dello stesso La Russa sulla strage di musicisti in via Rasella o sulla Costituzione italiana che non sarebbe antifascista, poi puntualmente corrette per ragioni di opportunità politica. Ignazio, ma cosa sei costretto a dire il 25 aprile sulla Resistenza, tu che mi confidasti in Parlamento che il migliore congresso del Psi era stato quello del 1912 (indovinare vinto da chi?). Dunque concludendo. Il governo sarà sotto il tiro dei magistrati per motivi politici, ma talune sue componenti la stanno oggettivamente aiutando. Il solo modo per rispondere a un’ingerenza con argomenti efficaci é quello di procedere senza esitazione e con più professionalità verso gli obiettivi fissati. E di non indietreggiare di un millimetro sul tema della riforma della giustizia. Il contrario di quanto la Meloni sta decidendo di fare. Offrire l’altra guancia é costato fin troppo a taluni suoi predecessori e al Paese.

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