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Le toghe e la fifa del governo

15 Luglio 2023 268 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ma cos’è il concorso esterno in associazione mafiosa che anche l’Europa ci chiede di precisare?  Mantovano frena Nordio, la Serrachiani si congratula con lui, mentre la Meloni conferma la separazione delle carriere, ma rinvia la procedura della legge, che prevede una modifica costituzionale (dovrebbe essere diviso anche il Csm?), a tempi indefiniti. Lo dico anche per esperienza sia pure indiretta. Se il governo si piega o fa l’indiano su questa materia verrà travolto. E farà la fine dei governi precedenti che con l’Anm sono venuti a patti e sono stati costretti a produrre aria. Dalle opposizioni e in particolare dai riformisti e dai liberali del Pd mi aspetto che battano un colpo. Non voglio pensare che prendano tutti gli ordini dal Fatto travagliato. Essere garantisti e libertari, e cito Pannella e Fortuna, era nel Dna della sinistra italiana. Questo elemento è del tutto svanito perchè è svanito il Psi? Mi sorge il dubbio. E’ un dubbio relativo. Ma la notizia di oggi, a metà tra il clamoroso e il ridicolo (uso l’aggettivo adoperato a tal proposito da Matteo Renzi) è il nuovo filone d’indagine aperto dalla Procura di Firenze  La stessa che ha arrestato mamma e papà dell’ex presidente del Consiglio (che poi sono stati assolti), quella che ha indagato su di lui e sui suoi amici, accusandoli di non si sa cosa, la stessa che però non riesce a sfrattare da un immobile gli occupanti neanche a fronte del rapimento di una bambina di 5 anni. Questa Procura sta inventando un nuovo teorema con mostro incorporato. Ricordate le bombe mafiose del 1993, quelle che esplosero a Roma, Milano e Firenze? Quelle non sarebbero parte di una strategia mafiosa decisa da Cosa nostra per scendere a patti con lo stato (vedasi il famoso papello di Ciancimino). No. Quella svolta cruenta sarebbe avvenuta per favorire Berlusconi attraverso il suo fido Dell’Utri, improvvisamente convocato negli uffici della procura. Perché? Non è chiaro. Cosa avrebbe guadagnato Berlusconi e con lui Dell’Utri dagli attentati e anche da quello, fortunatamente fallito, dell’Olimpico di Roma? Una persona normale può lontanamente pensare, con tutto il male che si può volere al cavaliere, che Berlusconi, appassionato di calcio e all’epoca presidente del Milan, volesse fare esplodere o fosse al corrente o ci guadagnasse dall’esplosione dello stadio del Coni di domenica mentre giocava una squadra della capitale alla presenza di 50mila persone? Ma cos’è questa accusa? Un delirio? Arrivo perfino a pensare che sia frutto di una Procura anomala e assolutamente non orchestrata dal partito dei magistrati che avranno pure rimproverato gli interessati di spararla troppo alta. Stona invece, e ancora una volta, il silenzio della Schlein. Quando scoccherà la magica ora nella quale il Pd prenderà le difese di un suo avversario politico?

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