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Le ragioni e le stragi

10 Ottobre 2023 157 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sia ben chiaro. Piango anche le vittime palestinesi dei raid israeliani. E piango tutte le vittime di tutte le guerre. E sono convinto che l’attuale governo israeliano, spostato a destra, anche alla destra più integralista, sia all’origine della attuale drammatica situazione. Non foss’altro che per non averla prevista. E, secondo alcuni, essendo stato informato, pare, dall’Egitto, per avere sottovalutato le informazioni. Voglio chiarire il rapporto tra ragioni e stragi. L’ho fatto anche nel dopoguerra reggiano, in cui chi aveva ragione e aveva combattuto per la libertà si lasciò andare a una catena di omicidi più o meno politici che andavano condannati. Nulla in confronto alla ferocia della strage di Israele, sia ben chiaro. Vado più in là. Se i partigiani, che avevano ragione perché combattevano contro una spietata dittatura razzista, avessero compiuto una strage di ragazzi (260 cadaveri di adolescenti) innocentemente radunati per far festa, sarebbero andati incontro alla corte marziale nell’immediato dopoguerra. Non sarebbero stati giudicati eroi e portati in trionfo. Non avrebbero potuto esporre i corpi delle vittime o i prigionieri come trofei. Come vedete le ragioni non possono mai giustificare tutti gli eventi. Soprattutto quelli tragici e cinici e spietati e così disumani, come, a ragione su questo, li ha definiti il ministro della difesa israeliano. Ora il ragionamento parte dal presupposto che tutti i palestinesi abbiano ragione. Anche su questo si possono nutrire seri e fondati dubbi. Intanto i palestinesi non sono Hamas che ne rappresenta la parte estrema. I palestinesi sono anche Al Fatah che con Abu Mazen sta pacificamente governando in Cisgiordania. E col quale Israele ha sottoscritto un accordo nella logica del riconoscimento all’esistenza dello stato di Israele e del conseguente diritto alla patria del popolo palestinese. Come poi sanciva il piano di partizione della Palestina dell’Assemblea delle Nazioni Unite del 1947. Si può anche giudicare discutibile quell’accordo di Oslo del 1993, successivo a numerose guerre, la prima subito dopo la fondazione di Israele, nel 1948, e poi quella dei sei giorni del 1967 e poi quella del 1973, che affidava territori divisi ai palestinesi e una loro autonomia non assoluta. E anche di stiparne una parte nell’angusta striscia di Gaza, il cui rapporto popolazione-territorio è il più alto del mondo. Resta un punto però. Hamas che si é insediata a Gaza non riconosce l’esistenza di Israele e nei suoi propositi anzi vi é la sua distruzione. I razzi che quotidianamente vengono sparati su Israele, e che la contraerea israeliana intercetta in buona parte, partono con l’obiettivo di colpire civili. E il popolo israeliano che si é dato una democrazia progressista, fondata anche sulla solidarietà dei kibbutz, una sorta di economia collettiva, deve vivere tra le case e i rifugi (quasi tutte le abitazioni sono dotate di rifugi). Ora é evidente che la strage bestiale compiuta da Hamas non la sia può cancellare dal cuore e anche dalla mente. E il risultato é che Hamas non possa essere in alcun modo un interlocutore se non per la difficile liberazione dei prigionieri attraverso la mediazione del Qatar. Ora, prima verrà azzerato Hamas e con Hamas tutte le organizzazioni terroristiche e prima si sfuggirà dal rischio di un allargamento del conflitto e dal blocco assoluto del processo di pace. La ragione deve riaffiorare dalla nebbia delle barbarie. Chi non si accorge di questo e continua a blaterare di Hamas come interlocutore e portatore di ragioni, qualsiasi, é fuori dal mondo. Tutta Europa si è schierata dalla parte di Israele e contro gli omicidi di Hamas, e gli Stati uniti con essa e alcuni paesi arabi anche: l’Egitto e la Giordania che hanno sottoscritto da tempo trattati di pace con Tel Aviv, mentre l’Arabia saudita ha per ora sospeso l’accordo, definito di Abramo, con Israele, su mediazione americana. Il fatto che l’Iran sia dietro Hamas e che il Qatar (belli i mondiali in quel paese, vero?) continui a finanziare Hamas e che il Libano e l’Algeria si siano schierati dalla parte dell’organizzazione terroristica induce al pessimismo. Nazioni arabe che approvano il genocidio degli ebrei? Che ragione avrebbero costoro se non l’antisetimismo e il panarabismo post nasseriano, ben condito con l’islamismo più estremo? Una ragione inaccettabile. Insostenibile. Pericolosa. La solidarietà con le ragioni dei palestinesi non possono mai sfociare nell’appoggio a un barbaro eccidio che é costato la vita a 700 ebrei che danzavano, mangiavano, si amavano e dormivano in pace. Anzi tale solidarietà si capovolge e rischia di cancellare anche le ragioni. Anche in nome del vecchio detto di Bernstein che ho sempre sposato in pieno: “Il mezzo é tutto, il fine é nulla”.

 

 

 

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