Sinner e i grandi evasori
Si fa un gran parlare di Jannick Sinner e della sua residenza a Montecarlo. Non é un eroe, qualcuno sostiene, perché paga le tasse all’estero. Come se fosse l’unico. Valentino Rossi si trasferì a Londra per non pagare una salatissima multa per evasione fiscale, pare di 35 milioni di euro, per non aver denunciato due anni di lauti profitti. Poi fu costretto a sborsare tutta la cifra. Anche il terzo grande sportivo italiano, Alberto Tomba, é stato coinvolto in una controversia fiscale e ha pagato una somma significativa all’erario per evitare un processo per evasione. Per non parlare di Matteo Berrettini, anche lui residente a Monaco o di Max Biagi che ha scelto Dubai. Ma quello che sconcerta é la perdita di ben 35 miliardi di euro dello stato italiano perché intere aziende, le più grandi, hanno scelto l’Olanda. Interessante é sfogliare un articolo di Panorama del 20 luglio 2020. Il paese dei tulipani non ha un regime fiscale molto meno rigido dell’Italia. Il vantaggio é che non tassa gli utili. Tanto guadagni, tanto tieni in tasca. E sorprende davvero (é un controsenso) che tra le aziende ce ne siano due a partecipazione pubblica: Eni e Enel. Lo stato che froda se stesso? In fondo non é così perché gli utili non tassati e sottratti allo stato verranno poi reinvestiti. E si trasformeranno però in investimenti tassati in Olanda. Parliamo della Fiat. O meglio della Exor della famiglia Agnelli, che é la prima società italiana, comprendente Fca, Ferrari, Juventus, e i gruppi editoriali Gedi e The economis. Una parentesi su questi due gruppi. I giornalisti non accettano di essere trattati come dipendenti e rivendicano la loro autonomia. Avete mai visto un fondo di Giannini su questo argomento o sulla questione Stellantis, società con Peugeot, che produce per l’80 per cento in Francia e diminuisce i lavoratori in Italia, come giustamente sostiene Carlo Calenda, senza suscitare la minima protesta di Landini? Autonomia limitata o autolimitata. Non é finita qui. Anche Mediaset da Cologno monzese ha preso sede ad Amsterdam, mentre Cementir, la multinazionale italiana della produzione del cemento, é in Olanda dal 2019. Passiamo a Luxottica. Qui si tratta di un’antesignana, avendo trasferito la sua sede ad Amsterdam già nel 1999. Ancora più indietro bisogna far risalire i trasferimenti della multinazionale italiana dei dolci, la Ferrero. Prima aveva deciso di pagare le tasse secondo il sistema lussemburghese, già nel 1973, poi si é adeguata virando verso l’Olanda. Anche Illy, che con la politica ha avuto molto a che fare, ha marciato spedita verso Amsterdam, come pure Prysmian e Telecom Italia. Insomma tra aziende vendute allo straniero, praticamente la gran parte dell’agro alimentare e buona parte della moda, e aziende italiane che pagano le tasse all’estero, mentre i protagonisti dello sport, della musica e dello spettacolo fanno altrettanto, che volete che sia il povero (mica tanto) Sinner? E poi perché togliere qualcosa ai suoi trionfi che nulla hanno a che fare con la morale? Best era solito dire: “Il 70 per cento di quello che ho guadagnato l’ho speso in donne e liquori, il rimanente trenta l’ho sperperato”. Sinner resta un campionissimo anche se ha residenza a Montecarlo. Più difficile é giustificare gli editori di quei giornali sui quali si mena scandalo per Sinner…
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