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Intini onesto, ma gli altri…

16 Febbraio 2024 159 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

E’ evidente che Ugo Intini sia stato “onesto, frugale, perbene, colto”, come viene descritto da alcuni giornali. Ma é possibile che non si possa dire che é stato socialista autonomista e riformista? Cioè che si porti la sua figura sul versante morale contrapponendola agli altri socialisti, evidentemente “disonesti, sperperatori, criminali e ignoranti”? Sono passati oltre trent’anni e non si é capito nulla di quello che é accaduto? Io ho conosciuto operai, contadini, pensionati che hanno pianto nel biennio giudiziario perché non potevano recarsi al bar del loro paese senza essere offesi. E ho scritto un libro per testimoniare come il 95% dei parlamentari del Psi, dopo aver subito la vergogna di una persecuzione senza eguali, sono poi stati assolti. Nessuno li ha mai ripagati degli anni impiegati a difendersi abbandonando la politica e tutti gli incarichi da innocenti. Potrei citare tra i tanti il caso di Natalino Amodeo, privato della libertà per oltre un anno per un reato che non poteva avere commesso in quanto non ricopriva all’epoca l’incarico che aveva il potere di commetterlo, e invece di accorgersi dell’errore i magistrati hanno continuato ad accusarlo, per poi essere definitivamente assolto dopo anni. E il caso della povera Roberta Breda che é morta a causa delle tensioni provocate da un inchiesta assurda, quello di Vincenzo Balzamo, che morì d’infarto al primo avviso di garanzia, quello di Gabriele Cagliari che si suicidò in carcere dopo che il magistrato, Fabio De Pasquale, gli aveva promesso la scarcerazione e invece di firmarla se n’andò al mare (rivolsi a proposito un’interrogazione al ministro della Giustizia senza ottenere risposta perché un socialista non ne aveva diritto, come l’Avanti non aveva diritto, al pari di tutti gli altri giornali, a una sovvenzione pubblica e fu costretto a chiudere, il più antico giornale dei lavoratori, nel 1993). E come non ricordare l’odissea di Sergio Moroni, che si tolse la vita per difendere il suo onore e quello dell’intera democrazia italiana. E ancora i casi di Nicola Capria e di Salvo Andò che si chiusero con assoluzioni e quello di Agostino Marianetti assolto dopo anni da capi d’accusa inconsistenti. E come sono andati a finire i procedimenti giudiziari contro Martelli, De Michelis, La Ganga, Di Donato? In nulla. Inchieste che presupponevano decine di reati inesistenti. Al massimo ammisero il finanziamento illecito che riguardava tutti i partiti. Craxi lo sostenne in Parlamento e invitò tutti i parlamentari ad alzarsi s a smentirlo. Non si alzò nessuno. Certo nessuno dei nostri fu accusato di associazione mafiosa o criminale, d’essere in qualche misura coinvolto nella strategia della tensione, nelle bombe e nei misteri d’Italia, né d’essere finanziato da una potenza straniera nemica. Per non parlare del leader, costretto a scegliere tra galera ed esilio, alternativa mai posta prima di allora a un uomo politico, tantomeno a un ex presidente del Consiglio in epoca repubblicana. E condannato in due processi, uno relativo a Eni Sai e l’altro alla metropolitana milanese, col teorema del “non poteva non sapere”. Certo non sono mancati anche nel Psi episodi di arricchimenti personali e di corruzione. Di eccessiva trascuratezza dei principi della buona condotta, di disinvolti atteggiamenti. Ma limitati a casi personali e neppure di spicco. Alla base di tutto ci fu la mancata comprensione delle conseguenze dell’89 europeo in Italia. Errore non di poco conto. Ugo Intini era certamente “onesto, frugale, perbene e colto”. Ma lo era anche la stragrande maggioranza dei socialisti che hanno regalato all’Italia le riforme più importanti sul versante sociale e delle libertà civili. Un giorno l’acuto e ispido Rino Formica mi confessò: “Vedrai che ci condanneranno non per i nostri torti, ma per le nostre ragioni”. Ciò si é puntualmente verificato. Hanno teso a cancellare la nostra storia che di ragioni ne contava moltissime.

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