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Diritti Oscurati?

24 Aprile 2024 206 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Riprendo l’editoriale  dopo il lutto dell’intero mondo socialista  per la tragica fine di Enrico Buemi e dunque ancora con la commozione che la morte di un amico e di un compagno di strada suscita inevitabilmente. Sono sicuro che Enrico me lo avrebbe chiesto, in nome di un comune ideale e di scelte politiche che anche recentemente avevamo concordato. E mi chiedo anche se avrebbe condiviso la mia analisi su un fatto che viene giudicato di censura, lui sempre attento alle libertà di ognuno e orientato, anche a livello parlamentare, a sviluppare battaglie contro i poteri forti e incontrollabili del Csm e dei magistrati politicizzati. Mettiamola così. Son sicuro che Enrico avrebbe condannnato la censura pur non condividendo le parole di Scurati. Sono convinto che sarebbe stato fedele al detto che viene attribuito erroneamente a Voltaire e cioè: “Non  credo a quel che dici ma combatterò anche al prezzo della vita perchè tu possa continuare a dirlo”. Che è poi il concetto fondamentale della libertà. Ora, qui ci troviamo di frote a uno storico che, dopo avere condannato il delitto Matteotti e il fascismo, condanna  anche il governo ritenendolo continuatore del fascismo perchè non ha preso le distanze in modo chiaro dal vecchio regime e addirittura vaticinando un suo possibile ritorno. Anche qui, non si è andato oltre? La Meloni come Mussolini, Lollobrigida come Starace e la sorella come Arnaldo, il direttore del Popolo d’Italia? Non è ridicolo? Anche perchè non si capisce chi abbia dato l’ordine della censura. La Rai autonomamente o su pressione diretta del governo? La Rai non è mai stata autonoma, come la magistratura. Dunque? La Meloni si è affrettatta a pubblicare l’intervento di Scurati sul suo blog e ha fatto bene. Come dire: “Non ho paura di parole che si commentano da sole”. Poi Serena Bortone ha deciso di leggere l’intervento di Scurati e la Rai lo ha più volte reso pubblico. Dunque la censura ha ottenuto l’effetto opposto, causando una larga diffusione del testo censurato. Anche questo dovrebbe convincere Scurati che non siamo al fascismo. Il problema è che si avvicina il 25 aprile e le polemiche sul fascismo e l’antifascismo fanno capolino come la pioggia di primavera, svanendo poi al sole il giorno dopo. A metterci del suo anche uno sciagurato intervento del capostazione Lollobrigida secondo il quale “l’antifascismo è responsabile delle peggiori violenze”, ricordando gli omicidi dei giovani di destra e confondendo “antifascismo” e “terrorismo”. Che sono ai poli opposti. Anche perchè di quel terrorismo furono vittime anche gli antifascisti. Due considerazioni ulteriori. Di tutto questo pandemonio scatenato dai mass media, pro o contro Scurati, a beneficiarne è lo stesso storico che ha acquisito una generosa notorietà, al pari di Vannacci che nessuno sapeva neanche chi fosse. Nella società dell’informazione la creazione di un caso è sempre utile al soggetto coinvolto. Chi avrebbe mai ricordato un discorso di pochi minuti di Scurati a una trasmissione neanche tanto seguita della Rai? Chi conosceva, se non il ristretto gruppo degli storici, alcuni peraltro tutt’altro che teneri con lui, il suo nome? Adesso Scurati è al centro delle cronache ed è divenuto un personaggio da copertina, i suoi libri andranno a ruba e ci guadagnerà non solo 1800 euro. Si lamenta il buon Saviano perché una sua censura televisiva non aveva avuto lo stesso effetto. Lamento assolutamente giustificato. Ma Saviano ha avuto altre e numerose possibilità di mettersi in mostra e di far valere il suo nome. Anche di beneficiare, divenendo un personaggio politico, teatrale, cinematografico, televisivo, della sua persecuzione camorristica. Se Saviano è un perseguitato perché non deve esserlo anche Scurati? Ed ecco infatti che lo storico paventa proprio minacce di morte al suo indirizzo. Qui dovremmo essere uno a uno, almeno. La seconda considerazione riguarda la dichiarazione della vice direttrice del Tg1 Incoronata Boccia secondo a quale “l’aborto è un delitto e non un diritto”. Costei, giornalista al vertice di un telegiornale della Rai, servizio pubblico, esprime un’opinione che contiene una grave accusa a una legge dello stato, la 194, che renderebbe possibile un delitto. E chi l’ha votata è dunque un manipolo di assassini. Forza Italia e Lega hanno subito smentito di toccare la 194. Anche loro complici del delitto?

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