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Intervento sulla legge che modifica la legge sull’obiezione di coscienza

Sig. presidente

prendo la parola su questo provvedimento che modifica l’articolo 15 della legge in materia di obiezione di coscienza, per sottolineare tre motivazioni che spingono il mio gruppo a votare a favore.

Il primo riguarda il valore dell’istituto dell’obiezione di coscienza, che è stato introdotto in Italia dalle forze riformiste, liberali e libertarie dopo anni di pressioni e di battaglie politiche. Certo può essere che tale istituto sia stato usato a volte in modo non appropriato. Può essere che sia stato fatto abuso di esso per motivi di opportunità. Cioè scegliendo la più comoda e locale sede di un servizio civile, rispetto alla classico servizio militare in un sede lontana e scomoda e con regole da rispettare ben più rigide e dispendiose. Resta tuttavia il fatto che la legge ha permesso a chi proveniva da una cultura saldamente non violenta e da una coscienza antimilitarista di evitare il carcere e di essere utile fornendo ugualmente una prestazione al suo Paese. E dunque rifiuto questa criminalizzazione degli obiettori, che è risuonata in quest’Aula come se fossero tutti un coacervo di opportunisti e di felloni. Anzi penso che servizio militare e servizio civile siano stati entrambi un buon modo di servire la patria. La seconda motivazione riguarda la falsa drammatizzazione del provvedimento che è stata sollevata da alcuni settori della destra. Cari, egregi colleghi, stiamo parlando di un istituto, l’obiezione di coscienza, che ormai non esiste più. Non esiste più dopo l’abolizione della leva obbligatoria, dunque assistiamo ad un conflitto che riguarda il passato e non il presente e il futuro. Stiamo parlando, e questa è la terza motivazione, della possibilità che una persona che è stata obiettore di coscienza possa, dopo un certo numero di anni che la legge fissa in due ma che un emendamento intende portare a cinque, rinunciare ufficialmente al suo “status” di obiettore e possa partecipare a concorsi pubblici che prevedono la presenza delle armi. Non necessariamente si tratta di concorsi dentro il sistema militare: poliziotti, carabinieri guardia di finanza. Penso a quello delle guardie forestali, o ad altri simili che oggi vengono impediti ai giovani che hanno fatto uso in passato dell’obiezione di coscienza. A loro è negato il porto d’armi e perfino la possibilità di praticare la caccia. A parte il fatto che un conto è usare l’arma per andare a caccia e un conto è usarla in guerra (a meno che i verdi non equiparino uomini ed animali). ..Perché, cari colleghi della destra, voi non ammettete che una persona possa cambiare idea? Hanno cambiato idea molti giovani che pensavano di usare le armi per cambiare la società, perché non ipotizzare che possano esserci anche giovani che percorrono il cammino all’incontrario? Che ci possano essere giovani che non intendevano usare le armi neppure per motivi di difesa, e che poi hanno cambiato opinione? Possibile non ammettere il cambiamento delle idee? Lo fanno spesso i partiti. Ai primi del Novecento la sinistra era contraria agli eserciti professionali e per il popolo in armi, dunque per la leva obbligatoria. Adesso invece ha approvato la legge che mette la parola fine all’obbligatorietà del servizio militare. E che dire del proporzionale? La sinistra era ferocemente proporzionalista e definiva “truffa” ogni tentativo di apportarvi correttivi. Poi ha scoperto un nuovo improvviso anelito maggioritario. Cambiare idea è normale. Churchill disse, come è noto, che “solo uno stupido non cambia mai idea”. E allora perchè menar scandalo se, come propone la legge in questione, si inserisce la clausola non già del pentimento ma del recesso di uno “status”, quello dell’obiettore a vita? Perché considerare chi ha impugnato un’idea come un condannato a morte per quell’idea? Voteremo dunque convinti a favore del provvedimento in esame, anche per una concezione della persona umana, della sua possibile evoluzione e trasformazione, non della mummificazione delle sue idee. Siamo perché coloro che hanno assunto in passato (e ripeto, riguarda solo il passato,) una posizione possano trasformarla in seguito. Si dice: è opportunismo: Ma rispetto a che cosa, se ormai il servizio di leva e dunque anche l’obiezione di coscienza non esiste più?