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No alla libertà sottomessa all’ideologia

Intervenendo sulle mozioni presentate attorno alla grave questione delle violenze alle donne in nome di principi religiosi, l’on. Del Bue ha sottolineato la grave decisione dei partiti di maggioranza, con l’esclusione della Rosa nel pugno e dell’Udeur, di contrapporre alle mozioni presentate dalle opposizioni sugli eccidi di donne avvenute in Italia a nome di presunti principi della religione islamica, generiche mozioni sulle condizione della donna nel mondo occidentale e anche in Italia. Questo essere liberali a giorni alterni, questo tentennare a fronte di una cultura che nulla ha a che fare con i principi liberali, questo stringere l’occhioino a tutti coloro che si oppongono all’Occidente e agli Usa mi sgomenta. Il caso di Hina, la ragazza scuoiata dal padre con l’aiuto dello zio, e con una madre che non condanna l’orrendo omicidio, ha provocato sgomento profondo in tutta l’Italia. Possibile che su questo argomento le mozioni dell’Unione non abbiano ritenuto di dire nulla? Nemmeno sul caso di Hina si può configurare in quest’Aula l’unità di sentimenti e di condanna? Il vero problema è che evidentemente non si ritiene che questa feroce violenza nei confronti delle donne abbia una sua specificità e la si considera una delle tante forme di violenza che si praticano nel mondo contro le donne. Ma come si fa a paragonare la concezione della donna nell’Occidente con quella nelle comunità arabe? E come si fa a non vedere una particolarità nella violenza in nome di principi religiosi che viene commessa nel nostro Paese, così denso di emigrati extracomunitari? Cos’è l’integrazione, se non la capacità di assumere il meglio delle rispettive culture e il meglio della nostra è certamente costituita dai valori della cultura liberale, dalla parità tra uomo e donna, dalla libertà di scelta del proprio partner e del proprio futuro.