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Palazzi in rovina, Reggio Emilia è maglia nera (dalla Gazzetta di Reggio del 19 agosto)

19 Agosto 2014 1.383 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

REGGIO EMILIA. Palazzi storici come il Ruini e il Malaspina e dimore del centro di Reggio, da via Sessi a via Antignoli, sono lasciate al degrado e devono essere riqualificati. Un quadro desolante che vede Reggio vestire la maglia nera in Regione. Per questo l’ex assessore Mauro Del Bue suona la sveglia al Comune tramite un report dettagliato inviato al sindaco Luca Vecchi, alla giunta a al dirigente responsabile dell’edilizia con tanto di foto e indicazioni. Nella lunga lista scritta da Del Bue sono segnalati una trentina di palazzi sparsi nei vicoli e nelle piazze della città. «Capitandomi di viaggiare spesso, ho trovato che le case degradate e spesso sfitte del nostro centro storico siano le più numerose non solo delle città vicine, ma di tutte le città del nord – è l’incipit della stilettata mossa dall’assessore allo Sport dell’era Delrio – E’ possibile che il Comune, che con Spadoni molto ha fatto per il centro nel settore pubblico, non se ne interessi?».

GUARDA TUTTI I PALAZZI DA SALVARE DEL CENTRO STORICO
Una domanda non nuova in città, con l’esagono che si spopola e i cartelli delle case in affitto che continuano a comparire su un numero crescente di facciate. Basta fare un giro a piedi per comprendere la parabola seguita dalla Reggio storica, attorno alla quale stanno scomparendo anche negozi e attività di quartiere. Un rischio che Del Bue vorrebbe scongiurare, aggiungendo alle parole alcuni escamotage concreti. «Bisogna farsi forti dell’articolo del Rue (il vecchio piano regolatore, ndr) che sostiene la possibilità del Comune di intervenire anche direttamente per motivi di decoro urbano, poi trattare coi proprietari (il problema tocca da vicino anche quello delle case sfitte, degli extracomunitari ammassati negli immobili del centro e quella più generale della rendita immobiliare). Si può utilizzare il decreto sul restauro edilizio che permette di recuperare in dieci anni la metà dell’investimento (per l’investimento energetico addirittura il 75%), poi si potrebbe stanziare qualcosa come Comune almeno per le facciate, come già avvenuto in passato».
Un assist che dovrà essere eventualmente accolto dal neo assessore all’Urbanistica (delega che a Reggio passa sotto la suggestiva dicitura “Rigenerazione Urbana”), per attingere soldi dalle casse e trovare un compromesso con i privati. Materia non nuova anche per Del Bue, che da tempo si occupa del degrado a Reggio. Nei primi anni Duemila fondò un’associazione, AmareReggio, che si prefiggeva proprio il compito di sensibilizzare cittadini e amministrazione comunale sull’argomento. Nel 2004 ci fu poi la pubblicazione di un opuscolo fotografico dal titolo volutamente provocatorio, “Le Pene di Reggio”, con immagini dei muri e delle facciate delle case del centro. «Dal 2009, come componente della giunta comunale, ho spesso richiamato i colleghi su questa questione – avverte l’esponente del Psi – Ho proposto innanzitutto un censimento sulle abitazioni e sugli abitanti del centro storico: mi risulta che nell’esagono gli abitanti siano oggi di poco superiori ai novemila, circa quattromila in meno rispetto a vent’anni fa. In questa zona la percentuale di immigrati è la più alta di tutti i quartieri. Non sappiamo dove e come vivono costoro né sappiamo se e quanto vangano sfruttati dai proprietari delle abitazioni». Del Bue mette all’indice alcuni casi secondo lui eclatanti, come Palazzo Sessi. «Questa situazione delle case in centro è solo reggiana. Non dico Parma e Modena, ma nemmeno Piacenza e Forlì sono messe così. In cinque anni di appartenenza alla giunta comunale ho avuto la delega allo sport e per un anno all’ambiente. Quella al centro storico l’ho solo desiderata».

 

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