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Marche: atto primo

1 Ottobre 2025 97 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sí, mi dispiace sinceramente per Matteo Ricci, un riformista, un amico dei socialisti, un sindaco di Pesaro che decise, sfidando l’umore del suo partito, di intestare un parco a Bettino Craxi. E mi dispiace che con lui abbiano perso i Socialisti liberali di Ivo Costamagna e Massimo Seri, del quale ancora non conosco il risultato personale. Alla fine si saprà che Massimo Seri é stato eletto  e che i Socialisti liberali hanno dunque ottenuto il primo seggio. Penso che le Marche non segnalino nulla di quel che già non si sapeva e cioè: che il primo partito anche in questa regione, come in tutta Italia, si conferma Fdi di Giorgia Meloni, che i due partiti della coalizione di centro-destra, qui come nel Paese in base ai sondaggi, raccolgono meno di un quarto dei voti del partito del presidente del Consiglio che, come nelle Marche, Forza Italia può superare la Lega anche nel resto della nazione. E che il centro-destra supera il centro-sinistra. Quest’ultimo bisognerebbe però cominciare a chiamarlo in altro modo perché di centro non ce n’é manco l’ombra. E l’idea di Renzi di costruire un’esile tenda riformista in un accampamento largamente dominato da massimalisti e populisti (gli stessi riformisti del Pd rappresentano un’esilissima minoranza) appare abbastanza retorica. Non é, dunque, neanche un campo largo, questo centro-sinistra scentrato, anche se nelle elezioni regionali, ieri l’altro nelle Marche, domenica prossima in Calabria, é corroborato da una serie di liste civiche. Si tratta di un’alleanza a tre, Pd, Cinque stelle (che alle regionali spostano più o meno i voti dell’ex partito repubblicano) e Avs di Fratoianni e Bonelli. L’allargamento da un lato esclude l’allargamento dall’altro. E’ come una coperta corta che se si tira da una parte ti scopre dall’altra. Il problema politico che dovrebbe porsi la Schlein non é coprire tutti i lati ma quale lato coprire. Se cioè il campo, visto che non potrà essere largo, si deve restringere a sinistra oppure al centro. Fuori Conte o fuori Calenda, insomma? La matematica indurrebbe a tener fuori Calenda, ma la politica? Quanti voti può recuperare al centro e dalla parte opposta Conte e quanti ne può recuperare Calenda che assieme a Conte sono sicuro che non finirà mai, pena il suo suicidio politico? Non c’é dubbio che, gli ultimi trent’anni di elezioni italiane, lo dimostrano: se contrapponi un blocco di sinistra a uno di destra, prevale quest’ultimo. L’unica chance per la sinistra é non presentarsi come tale, vedi le esperienze uliviste e la candidatura vincente di Romano Prodi. Oppure andare orgogliosamente incontro a nuove disfatte mantenendo intatta la sua alleanza massimal-populista con un tendino, più simile a un sacco a pelo, riformista. Ma la Schlein é in grado di porsi e soprattutto di risolvere questo problema facendolo capire bene al suo partito? Ne dubito.

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