Dopo il trionfo rilanciamo la questione palasport
La questione del palazzo dello sport è tornata naturalmente in primo piano dopo il trionfo della nostra Grissin Bon in Europa Challenge. Un trionfo al quale anch’io ho partecipato nella gradinata dei tifosi e con la maglietta biancorossa. Desidero dunque, anche a nome della città, innanzitutto esprimere la mia gratitudine al presidente Stefano Landi, per il suo cospicuo contributo economico e di passione fornito a questo sport, divenuto ormai il primo di Reggio Emilia, ed estenderla a tutto lo staff, da Dalla Salda a Frosini, al presidente Paterlini, al coach Menetti e ai giocatori tutti, protagonisti di questa magnifica, esaltante, meritata impresa. Torno al tema, al quale ho dedicato parte della mia esperienza, facendo due passi all’indietro. La prima volta che venne presentato un progetto di un nuovo palasport, abbinato a una richiesta di finanziamento, la Pallacanestro Reggiana si chiamava Cantine Riunite. Era il 1987, io stesso me ne occupai da deputato e da membro della Commissione cultura e sport della Camera. Il finanziamento, di due miliardi e mezzo a fondo perduto, venne ottenuto approfittando della legge sui mondiali del 1990, della quale ero relatore, ma andò in fumo perché la società decise di non procedere. Da allora il tema si è riaffacciato soprattuto nei periodi migliori della nostra pallacanestro e si è presentato con forza negli ultimi dieci anni. Nel passato quinquennio è stata anche presentata dalla Pallacanestro Reggiana la proposta di un project financing, che gravava essenzialmente sulle finanze comunali e della quale non mi sono occupato personalmente perché all’epoca non ero amministratore comunale. Poi, dal 2009, è emersa la proposta della società Aurora (Coopsette e Consumatori nordest) che avrebbe finanziato la realizzazione di un palasport di 15 milioni di euro in cambio dell’inserimento nel Poc (Piano operativo comunale, che è strumento attuativo del Psc) della richiesta relativa alla realizzazione di un grande centro commerciale nella sua area, attigua alla stazione Mediopadana. Quest’ultima possibilità è sfumata a fronte della mancata richiesta e del mancato investimento previsto. Non rassegnandomi all’idea che la crisi della finanza locale dovesse impedire la realizzazione del progetto, due anni fa ho lanciato l’idea del restyling dell’attuale palazzo dello sport nell’ambito di un progetto urbanistico dell’intera zona di via Guasco. L’ipotesi, nel corso di un incontro svoltosi negli uffici dell’architetto Oliva, al quale ha partecipato anche l’ex sindaco Delrio, è stata apprezzata da Stefano Landi, che ha richiesto subito la possibilità di utilizzo dello stabile dell’ex Omni per la sua società, come possibile contropartita. Un anno fa la richiesta, nel corso di un secondo incontro, è stata ancora più precisa. Il Comune doveva mettere a disposizione l’ex Omni, affidare alla Pallacanestro Reggiana la gestione del palasport per trent’anni, sborsare un milione e mezzo in conto gestione per le opere esterne. Noi dicemmo esplicitamente tre sì. Alla fine dell’anno, senza aver recepito alcuna comunicazione ufficiale, abbiamo appreso però che la proposta, che la stessa Pallacanestro ci aveva formulato, era stata bloccata dal patron Landi. Abbiamo anche preso atto che non sono venute meno le disponibilità e che si sta studiando una proposta alternativa. L’aspettiamo con interesse e curiosità. Penso che la prossima giunta e il prossimo sindaco non possano che valutarla con l’interesse che merita. Per parte mia, pur rammaricato del fatto che questo progetto, sia pur concordato, e al quale tanto avevo lavorato, non sia potuto partire entro la fine di questo quinquennio amministrativo, resto convinto di aver tracciato un percorso dal quale i futuri amministratori non potranno prescindere. Infine lancio un’altra idea. Da subito, il Comune potrebbe anticipare con alcuni interventi il progetto complessivo. Penso alla sistemazione della gradinate, alla posatura delle poltroncine, alla ristrutturazione dei bagni, alla sistemazione della sofittatura. Lo potrebbe fare a spese sue, che sarebbero limitate e stornate dalla spesa complessiva, per poi affidare alla Pallacanestro la realizzazione del progetto nei modi concordati o nei modi nuovi che verrano ipotizzati. Cominciare a fare qualcosa subito non sarebbe male, dopo tante parole.
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