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Movimento a cinque falle

11 Settembre 2016 999 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Riepiloghiamo. Riepiloghiamo ma partendo da cosa? Difficile sintetizzare i colpi bassi, i silenzi, le bugie, le incongruenze, gli errori commessi in soli due mesi di attività dei Cinque stelle alla guida della Capitale. Dispiace per due motivi. Perché non mi gratifica unirmi al coro e perché Roma è la capitale d’Italia e merita rispetto. Pensavo che sarebbe stato necessario aspettare almeno un anno per esprimere un giudizio, ma dopo qualche settimana è successo di tutto. Imprevedibile, incredibile, con scene da teatro dell’assurdo, gelosie, invidie, confessioni tardive. Se vogliamo sintetizzare partiamo allora da una dichiarazione di un leader grillino romano secondo il quale a vincere le elezioni non è stata la Raggi, ma il movimento Cinque stelle.

Si tratta di un’affermazione motivata. Anche se il movimento avesse lanciato un’altra candidatura avrebbe vinto lo stesso. Questo però confligge con il significato originario della legge sui sindaci che, prevedendo la loro elezione diretta, attribuisce ai primi cittadini larghi margini di autonomia. Il rapporto tra l’autonomia del sindaco e le ingerenze del movimento, che sono già state alle base dei conflitti di Parma, Quarto, Alcamo, Gela e anche Livorno, sono esplose nella capitale con una rapidità impressionante. La Raggi ha voluto un vice capo di gabinetto di sua fiducia, visto che aveva dovuto rinuciare al capo (Frongia), ma già operativo ai tempi di Alemanno. Il capo di gabinetto, amico dell’assessore al bilancio, forse da lui stesso sponsorizzato, è stato bocciato da Cantone al quale era stato chiesto un parere sul suo alto stipendio e a quel punto anche l’assessore si è dimesso. Di suo il capo di gabinetto dimesso ha aggiunto subito, in un’intervista, le critiche al suo vice Marra e a Romeo, funzionario e definito “l’assessore ombra al bilancio”, per essere i veri domini del comune. Contemporaneamente hanno lasciato i vertici di Ama e Atac, anche quelli appena nominati.

Adesso il direttorio, col minidirettorio di supporto, (si tratta di definizioni napoleoniche che la dicono tutta sulla democrazia interna al movimento) pare abbiano ottenuto le dimissioni di Marra, forse non di Romeo, ma lo stesso Marra verrà spostato a nuovo incarico, l’assessorato al commercio, ma non dell’assessore De Dominicis del quale il direttorio reclamava la testa e la Raggi no. Mentre la Muraro, che è finita nel registro degli indagati, resta al suo posto (fino a quando?) tra le proteste del direttorio, in particolare della Lombardi e della Taverna, da due mesi in aperto conflitto con la Raggi, mentre Di Maio ha ammesso l’errore di non aver dato peso (sic..) ad una lettera della Raggi che lo informava della situazione dell’ex consulente dell’Ama. Da far venire il mal di testa. Mi dimentico qualcosa? Si. A Nettuno grande manifestazione con Grillo che ha accusato i mezzi di informazione e per coerenza li ha mandati a vaffa…

Adesso la Raggi dimostri di essere sindaco di Roma. Rimetta sotto i lunghi capelli neri quelle grandi orecchie che stonano col suo profilo filiforme e non ascolti più nessuno. Rischia la sfiducia dei suoi in Campidoglio? Non penso che ad affossare definitivamente il movimento e le sue speranze di vincere le elezioni politiche saranno proprio i suoi consiglieri romani. Decida lei una squadra di sua fiducia senza centellinare i posti tra i diversi gruppi. Faranno di lei un nuovo Pizzarotti? Non credo che l’esperimento della Capitale possa finire con una sospensione. Roma per i Cinque stelle è una prova generale. Qualcuno aveva ipotizzato che i figli di Beppe Grillo avrebbero dovuto correre per perdere le elezioni. Avrebbero vinto lo stesso, anche perchè già non avevano certo scelto una candidatura di alto profilo. Nel conflitto tra autonomia e ingerenza, il sindaco sfoderi il coraggio della prima. Altrimenti diverrà quella bambolina della quale parlò De Luca, tra le contestazioni del suo stesso partito. Una bambolina che, al contrario di quella della celebre canzoncina, fa sí, sí….

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