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Ma é vero scandalo?

4 Maggio 2024 237 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Mi tocca anche difendere il Pd che non si difende da solo. L’ho fatto in occasione del caso Del Turco, ammalato e infermo, e dell’ignobile ritiro del suo vitalizio in base a una condanna ridicola perché erano caduti tutti i reati che la supportavano. Oggi é esploso lo “scandalo” del voto di scambio in Puglia e l’imputazione riguarda un assessore della giunta Emiliano. Singolare personaggio costui che, mentre si inviava una commissione per verificare la situazione del comune di Bari dopo le infiltrazioni mafiose e l’arresto di un centinaio di dipendenti di una partecipata, dichiarò di aver portato il sindaco di Bari a casa di un parente di uno della cosca. Così tanto per difendere il suo ex assessore e attuale sindaco della capitale pugliese De Caro…. Intendiamoci, le vicende che riguardano l’ex assessore della giunta regionale Anita Maurodinoia e suo marito, leader di un movimento “Sud al centro” recentemente confluito nel Pd, appaiono grottesche e degne di campagne elettorali sotto il Vesuvio all’epoca di Lauro e di Totò. Ora l’accusa é quella di voto di scambio o meglio della compravendita di voti non si comprende bene se solo riferita alla campagna elettorale del comune di Triggiano o anche a quella regionale della Maurodinoia. Perché, sia chiaro, un conto é pagare 50 euro per un migliaio di voti, altro per 17.500, tante sono state le preferenze dell’ex assessore (ex perché subito dimessa). Ma ad ogni modo il reato va provato e sarà difficile e poi si dovrà provare che si tratta di un reato. Il reato di voto di scambio é molto delicato. Chi non ha fatto assumere in una cooperativa un amico o un compagno e poi gli ha chiesto il voto? Vengo da una regione in cui tutti lo hanno fatto e l’insieme dei consiglieri e parlamentari di sinistra avrebbero potuto essere inquisiti. E le assunzioni ai sindacati, alle associazioni di categoria, ai patronati e diciamo la verità anche ai comuni e alle province e alle municipalizzate non costituivano bacini consistenti di voti?  Voti di scambio? In un certo senso sì. L’assunzione in cambio di un voto. E’ vero che la maggior parte degli assunti era già di provenienza politica definita. Ma insomma… Diciamo che si metteva un bel macigno ad un’eventuale revisione politica dell’interessato. Poi costoro una volta entrati in possesso di un ufficio aprivano il cassetto e si trovavano la tessera della Cgil e il relativo bonifico da compilare. Sindacato di scambio? Sembra a volte che la magistratura viva sulle nuvole e poi improvvisamente si svegli e si muova. E che Conte, che non ha più niente da dire sulla politica, da corvo affamato si cali su questi presunti scandali e se ne cibi. E che il Pd ingoi il rospo e non sappia reagire, impalato da un fremito di populismo e di moralismo che lo ha ammorbato dai tempi di Berlinguer e definitivamente avvinto all’epoca di Di Pietro. Che pena…

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