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Il Natale pensando alle carceri

23 Dicembre 2017 832 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Non si potrebbe meglio onorare la memoria di quel che per me é stato un amico e un punto di riferimento politico per tante battaglie di libertà, e cioè Marco Pannella, che pensando ai tanti italiani che sono in carcere. E ai quali, mentre scontano una pena a volte meritata e a volte no, nessuno ritiene di riservare un pensiero e una visita. Tranne Marco, e prima di lui quel grande papa dal cuore d’oro che fu Giovanni XXIII. In carcere non c’è il Natale. C’e la sofferenza e la solitudine. C’é spesso la rassegnazione e a volte la tentazione dei suicidio. Il sovraffollamento é sotto i nostri occhi. La vita in pochi metri e con servizi unici dietro le sbarre é spesso insopportabile e degradante.

Lo dico mentre taluni invocano un ambiguo diritto alla vita per chi non ha più vita e non la garantiscono dignitosa per chi invece dovrebbe trovarsi in un luogo di recupero e di rieducazione. Dunque per chi la vita dovrebbe ricostruirsela. Quando nel 2007 votammo l’indulto in un Parlamento che si trovò alle prese con un’insolita maggioranza garantista, formata da Forza Italia, Pd, Rosa nel pugno, Dc-Nuovo Psi, Udeur, Rifondazione comunista contro la quale si schierarono Pdci, Lega, Italia dei valori, An, forte fu la sensazione che il tema dei diritti e delle garanzie fosse davvero trasversale e che su questi temi si potesse creare un nuova maggioranza libertaria. Un fronte che dai comunisti di Diliberto (Bertinotti li volle definire addirittura “stalinisti”) arrivava alla destra estrema, passando da Di Pietro, era un’opposizione che calzava a pennello con le nostre idee.

Invece quel fronte si é presto dissolto come neve al sole. Avrebbe dovuto affrontare il tema della riforma carceraria e di quella della giustizia in chiave europea, con sdoppiamento delle carriere dei magistrati e doppio Csm, con la revisione del reato di carcere preventivo, con la specificazione di quello di “concorso esterno in associazione mafiosa”. A proposito di quest’ultimo occorre ora prendere atto della decisione del sostituto della Corte d’Appello di Caltanissetta che sostiene che la pena che sta scontando Marcello Dell’Utri (oggi alle prese con una grave malattia) vada immediatamente sospesa, trovandosi quest’ultimo nelle identiche situazioni di Bruno Contrada, assolto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo in quanto il reato non era “sufficientemente chiaro”. Lo abbiamo già scritto sull’Avanti, sfidando anche l’impopolarità. E lo ripetiamo invitando la sinistra e il centro-sinistra ad essere coerente. Sogno una sinistra che difende i diritti del suo più spietato avversario. Allora questa sarà fino in fondo casa mia. E credo di poter dire “casa nostra”.

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