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I dieci comandamenti di Mosè Del Bue

25 Giugno 2010 1.066 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Parlando sulla situazione delle piscine comunali di Reggio Emilia, nell’assemblea convocata da Pd agli Orti, ho motivato il progetto in dieci punti: 1) La Fondazione per lo sport gestisce a Reggio tutti gli impianti sportivi, tranne le piscine di via Melato. E ‘evidente che nel progetto originario si mettesse in conto l’idea di inglobarle, prima o poi.  2) Il complesso natatorio di Via Melato ha prodotto nel 2009 un indebitamento di circa 1 milione di euro e nel contempo un minor numero di cittadini paganti che ne hano fatto uso e un maggior numero di utenze delle società sportive. Dunque noi dobbiamo tutelare i cittadini e responsabilizzare le società sportive. 3) Tutti gli impianti trasferiti alla Fondazione sono stati affidati in gestione alle società sportive e questo ha prodotto un minor costo per il Comune che a volte si aggira anche oltre il 100% della spesa (è il caso del Palazzo dello sport) rispetto alla fase in cui erano in gestione diretta, mantenendo, e a volte anche aumentando, i livelli qualitativi. 4) Non c’è nessuna piscina comunale nella provincia di Reggio che sia gestita direttamente dal Comune. Sono tutte a gestione di società o enti sportivi e i comuni non ci rimettono nulla o pochissimo 5) Nel comune di Parma ci sono quattro piscine comunali di cui tre coperte e sono tutte gestite dalle società sportive. A Modena ci sono due piscine comunali, la Dogali e la Pergolesi, e sono entrambe gestite da società sportive. Il comune di Modena spende per queste due piscine meno di 100 mila euro l’anno 6) I cittadini reggiani pagano così la piscina tre volte. La prima con il forte indebitamento prodotto, la seconda pagando regolare biglietto, la terza offrendo un involontario contributo alle società sportive che coi corsi di nuoto ci guadagnano. Bisogna intervenire seguendo la logica dell’equità. E cioè, appunto, “tutelendo i cittadini e responsabilizzando le società sportive”. Il paradosso è invece che un comitato di cittadini, distorcendo le nostre idee, ha raccolto le firme contro il nostro progetto, mentre le società sportive si sono dichiarate disponibili alla gestione. 7) Non esiste nessuna privatizzazione in vista, a meno che non si vogliano definire privati tutti gli impianti sportivi del comune di Reggio, tranne le piscine di via Melato, e la nuova gestione sarà convenzionata con il Comune che contribuirà a concordare tariffe e spazi. L’obiettivo è quello, peraltro, di aumentare e non certo di diminuire gli spazi destinati al pubblico pagante. 8) Alla nuova società di gestione occorre trasferire anche i rischi di impresa, e almeno parte degli investimenti necessari per le non più rinviabili ristrutturazioni degli impianti. La vasca di 50 metri è datata 1950 e risente del peso degli anni. 9) Il risparmio di risorse ottenuto verrà investito per costruire nuovi impianti sportivi. E questo è oggi indispensabile, alla luce della situazione della finanza locale colpita dai tagli del governo. Oltretutto questo è anche un dovere. Si è ancora più credibili a criticare il governo se ci si dimostra virtuosi. 10) Il progetto si articola in due fasi: passaggio alla Fondazione delle piscine di via Melato e nuova gestione entro l’autunno. Poi unificazione dei tre momenti sportivi presenti nella zona: nuoto, tennis e atletica leggera, secondo il progetto speciale già approvato e nell’ambito di una zona sportiva che va dal Mirabello alla Polveriera fino al complesso del parco di via Melato-Terrachini. La realizzazione del parco dello sport e del tempo libero è obiettivo di questo quinquiennio

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