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Giustizia: riforma da scrivere

15 Febbraio 2022 258 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Evidentemente la decisione di lasciare la parola al Parlamento e di non chiedere la fiducia sulla legge Cartabia esprime una consapevolezza. E cioè che la compagine governativa, nella quale convivono tendenze liberali e anti liberali, non può approvare una riforma della giustizia sui punti cardini oggetto di referendum.

Bene avere bloccato le porte girevoli che permettono a un magistrato di togliersi la toga e poi di rimetterla dopo una legislatura trascorsa in Parlamento, e magari nella commissione Giustizia. E bene anche l’apertura agli avvocati delle commissioni di giudizio sui magistrati. Quest’ultima é materia di uno dei sei referendum. Ma il resto? Nel testo si lasciano da parte le quattro questioni fondamentali. La prima e la più rilevante riguarda la separazione o meno delle carriere dei magistrati. Nel testo si parla solo di ridurre a due il passaggio dalla funzione dell’accusa a quella del giudizio. Perché? Il Pd e i Cinque stelle, che fanno fronte comune, non vogliono, questa é la giustificazione data dall’on. Verini, la rivincita sull’azione di Mani pulite trent’anni dopo. Ma questo può voler dire anche l’opposto. E cioè che il Pd ritiene tuttora intoccabile quell’azione giudiziaria, tanto che i suoi esponenti (i predecessori di questo partito, cioé il Pds e i Ds) si sono sempre mostrati contrari a istituire una commissione parlamentare d’indagine su Tangentopoli, cioè sulla più decisiva azione di smantellamento di un intero sistema politico per via giudiziaria. E conseguentemente che il Pd teme che venga meno una sua legittimazione fornita dalla benevolenza di una parte della magistratura alle sue componenti fondanti. E sul rapporto tuttora radicato tra questo partito e il Csm. I socialisti devono essere molto chiari sul punto. Noi non riteniamo Mani pulite un’iniziativa meritevole d’intangibilità. L’uso illegale e per fine di confessione del carcere preventivo, il suo carattere strabico, che ha visto assolto preventivamente qualcuno e condannato altri, il connubio tra pubblici ministeri e giudici che risulta evidente soprattutto in taluni affrettati processi, qualcuno addirittura basato sulla teoria del “non poteva non sapere”, hanno suscitato, progressivamente, diffidenza e scalpore nell’opinione pubblica dotata di cultura garantista. Quindi, diciamo chiaramente al Pd e a Verini in particolare, che i socialisti non vogliono vendicarsi di niente, neanche dei torti subiti, ma pretendono verità e giustizia anche rispetto a Mani Pulite. Trent’anni possono bastare per esprimere un giudizio equilibrato che superi una dogmatica difesa a riccio un tantino sospetta. Ma la separazione delle carriere dei magistrati (a favore della quale si sono espressi autorevoli dirigenti del Pd) non é l’unica questione aperta. Anche la responsabilità civile del magistrato (che deve valere personalmente per lui in base al principio che i reati e anche le responsabilità sono individuali e non dell’intera collettività) resta un punto cardine tuttora aperto, al pari della riforma del voto per l’elezione dei membri togati del Csm che, su questo ha perfettamente ragione l’on. Bongiorno, se deve servire per distruggere il metodo nefasto delle correnti politiche non può che avvenire per sorteggio magari dopo una preventiva selezione. Resta la questione della custodia cautelare che la legge prevede solo in tre casi: pericolo di reiterazione del reato, pericolo di fuga e pericolo di inquinamento delle prove. E che invece i magistrati usano spesso a proprio piacimento con la complicità degli organi d’informazione che amplificano gli arresti con sentenze di condanne preventive. E’ una materia alquanto delicata, ma colpire gli abusi della custodia cautelare (un magistrato che compie un reato) non é più rinviabile. Quanto al rapporto tra pubblici ministeri e giudici non può non destare scalpore la messa agli atti di una lettera privata di un padre a un figlio subito diffusa sui giornali. Renzi é divenuto  una vittima solo perché si é fortemente indebolito politicamente. D’altronde questo fa la magistratura politicizzata. Si rende debole coi forti e forte coi deboli. Se nel 1992 il sistema politico italiano non si fosse oggettivamente indebolito dopo la caduta del Muro e la fine del Pci il pool Mani pulite avrebbe continuato a guardare altrove. Viva i referendum allora. E che una riformetta o un giudizio sbadato dell’Alta corte non ce li portino via.

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