Bonaiuti, certi amori non finiscono?
Così canta Venditti nella sua celebre canzone. Invece in politica anche gli amori più ardenti finiscono e neppure troppo bene. Perché gli addii non sono mai consensuali. Pensiamo a Fanfani che si pose contro il suo pupillo Forlani, al togliattiano Caprara che si mise contro il togliattismo e il comunismo, a Minniti e da ultimo a La Torre, che ruppero con D’Alema, a Maroni contro Bossi, a Diliberto e Cossutta contro Bertinotti, adesso ad Alfano contro Berlusconi. Gli amori anzi, in politica, quando si attenuano e si mescolano ai dispetti veri o presunti, a gelosie e a torti eventuali, svaniscono anche di colpo e spesso si tramutano in odi. Era difficile prevedere l’addio di Paolino Bonaiuti al cavaliere. Forse lo era ancor di più dopo il pranzo di pacificazione di sabato nella quiete di Arcore. Eppure lo strappo si è consumato. Pare, è quasi sempre così, per via dei cerchi magici, degli amici sbagliati, dei premiati immeritevoli. Si dice sempre che resteranno intatti i rapporti umani, che non si rinnega nulla alla Edith Piaf, e che si tratta solo di una scelta politica. Non è quasi mai così. Berlusconi non avrà più i buoni aiuti di Bon-aiuti, come Paolino non avrà più diritto ai pranzi di Arcore. Per le cene meglio per lui….
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