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A tutti una piazza, a Craxi no. Il caso Lissone

14 Dicembre 2015 1.091 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Giuro che non sono stupito, ma arrabbiato sì. La giunta precedente aveva intitolato a Craxi una piazza nel comune lombardo di Lissone e la cosa era finita con ampio spazio sui giornali. Noi avevamo naturalmente apprezzato la scelta. Coraggiosa e coerente. Adesso che il centro-sinistra ha vinto le elezioni la nuova giunta intende invece cambiare il nome della piazza. L’assessore alla viabilità Renzo Beretta dichiara al Corriere che vuole farlo al più presto, nonostante il prefetto gli abbia manifestato dubbi sul cambio dopo la recente intitolazione che risale al 2011. E aggiunge che il suo gesto vuole assumere “un valore simbolico”. Cioè politico.

Come dire che il centro-sinistra, almeno nel suo comune, propone un evidente valore anti socialista, visto che si tratta di discriminare il leader ventennale del Psi. Pensierino. Mai il centro-sinistra ha proposto di cambiare il nome non solo di via o piazza Togliatti, ma nemmeno di via Lenin, al quale in un paese della mia provincia è ancora dedicato un busto. Ci sono vie e piazze intestate a re, generali assassini, gerarchi, presidenti del Consiglio liberticidi come Crispi, o a capi del governo condannati ed espatriati all’estero come Giolitti. Ci sono vie e piazze intestate a traditori dell’Italia, a pittori omicidi. Niente. Tutto si accetta. Craxi no. Per trovare una soluzione l’amabile assessore è pronto anche a sganciare soldi ai fini di una ristrutturazione della piazza fornendo così un motivo più accettabile al prefetto. Incredibile, ma vero. Spendono soldi pur di cambiare l’intestazione al leader socialista di una piazza del paese.

Ma davvero pensano che i socialisti possano nutrire simpatia per un partito che esalta Berlinguer e demonizza il vice presidente dell’Internazionale socialista? Che riscopre ed esalta De Gasperi, che organizza mostre per Togliatti, che di De Gasperi fu feroce avversario, e continua a criminalizzare e discriminare il delfino di Pietro Nenni? Che, da membro del Pse, rilancia L’Unità, organo dei comunisti a cui dedica ancora le sue feste, e non l’Avanti, quotidiano da sempre dei socialisti italiani ed europei? Ma quando gli italiani si accorgeranno dell’imbroglio? Che il PSI faccia presente tutto questo a Renzi, visto che Di Lello non riuscirà nemmeno a parlargli…

Mauro Del Bue
Mauro Del Bue
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